Toni: «Tanto paga la Crup»

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Ripetevo questo ritonerllo ogniqualvolta mi concedevo uno sfizio costoso. […] Non chiedevo sconti a nessun negoziante, non lesinavo sui prestiti agli amici, non mi facevo mancare nulla. Tanto paga la Crup.
Dopo 18 anni di carcere me lo meritavo. Almeno così pensavo allora.
«Lavoro in Libia, nei giacimenti petroliferi – mi giustificavo falsamente all’esterno – me lo posso permettere».
I soldi invece me li avrebbe “elargiti” la Crup. Certo, non proprio in forma di un tradizionale mututo, quanto piuttosto di prelievo “forzoso”. Mettiamola così.
Ero un rapinatore. Banche e uffici postali la mia passione. Dove c’erano tanti soldi io c’ero con la mia 765 bifilare a 15 colpi.
Non un delinquentello di strada o un topo d’appartamenti. Ero un professionista e avevo un’etica, io. La mia firma d’artista e un colpetto a mano aperta sulla nuca dei direttori di Banca dopo che li avevo svaligiati: «Questo è per la Mini Minor» spiegavo ironico.
Loro non potevano saperlo, ma covavo quel gesto di rivalsa da troppi anni, da quando, appena maggiorenne, proprio un direttore di banca di Vicenza non mi concesse un mutuo per l’acquisto della macchina.
È ad allora, nel 1977, che risale la mia prima detenzione. Ma non c’entra con le rapine.
Diciotto anni filati da scontare nelle patrie galere. Il reato? Uno davvero brutto, accontentatevi così, fidatevi dell’aggettivo.

[…]

[Giacomo Miniutto] mi indirizzò all’Oasi di Cordenons nel 2008.
Passai lì la prima giornata, pranzai e poi venni nella struttura di Pordenone.
Vi stetti un mese senza praticamente lavorare.
Insistetti con Sandro per un impiego e lui me lo trovò in squadra con Aldo.
Forse per la comunanza con esperienze pregresse o forse chissà, Sandro come sempre c’aveva visto lungo e individuava in un “adulto” come Aldo una prima guida carismatica da affiancarmi.

[…]

Di mestieri “al fresco” ne ho fatti molti, spazzino, cuoco, saldatore di biciclette ma è nel verde, nel vero “fresco” che ho trovato la mia completa realizzazione e il mio respiro.
Non ho mai lavorato così tanto. Capitemi.
Non so neanche quanto mi manchi alla pensione, ma sto bene.

Testimonianza raccolta da Francesco Guazzoni per il libro Non era un miraggio. I vent’anni dell’OASI per la dignità sociale e occupazionale di detenuti ed ex detenuti